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Andrographis paniculata

30 Set 20
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Nome scientifico: Andrographis paniculata

Nome ayurvedico: Kalmegh

Nomi comuni: Carmantina, Chiretta Verde, Re dell’amaro, Echinacea Indiana

Famiglia: Acanthaceae

Origine e diffusione: India, Sri Lanka, diffusa e coltivata in tutte le aree tropicali e subtropicali di Asia e IndiaDescrizione botanica: pianta erbacea annuale, eretta, alta fino ad 1 m; fusto acutamente quadrangolare, molto ramificato. Foglie semplici, opposte, lanceolate, glabre, lunghe 2-12 cm, larghe 1-3 cm; apice acuto; margine intero, appena ondulato, picciolo corto. Infiorescenza, in racemo terminale od ascellare, lunga 10-30 cm; brattee piccole; peduncoli corti. Calice 5-partito, piccolo, lineare. Stami 2,ben sporgenti; antera barbata alla base. Ovario supero, biloculare; stilo ben sporgente. Capsula eretta, oblungo-lineare, lunga 1-2 cm e larga 2-5 mm, compressa, solcata longitudinalmente sulle facce larghe, acuta ad entrambe le estremità, leggermente peloso-ghiandolosa. Seme piccolo, quasi quadrato.

Principi attivi: lattoni diterpenici classificati come Andrografolide

Parti usate: tutta la parte aerea essiccata

Proprietà: le proprietà di questa pianta sono legate a tre azioni in particolare: quella aperitiva, coleretica e colagoga sul fegato, quella regolatrice del sistema immunitario e quella antinfiammatoria per le prime vie del tratto respiratorio (raffreddori, sinusiti non complicate, faringotonsilliti e bronchiti). Oltre a queste, la droga vanta proprietà antipiretiche, antimalariche ed antiepatotossiche.

Controindicazioni: in caso di gastrite ed ulcera è consigliata l’assunzione solo a stomaco pieno. Non assumere in gravidanza e allattamento.

Erbe sinergiche per depurare il fegato : Aloe barbadensis, Amomum xanthoide, Phyllantus emblica, Barberis aristata, Swertia chirata

Erbe sinergiche per le vie aeree e il sistema immunitario: Amomum xanthoide, Ocimum sanctum, Zingiber officinale (Scopri Qui i prodotti dedicati)

Fonti:Clinical studies on kalmegh (Andrographis paniculata) in infectious hepatitis. Chaturvedi GN. Journal of the International Institute of Ayurveda, 1983, 2:208-211.

Controlled clinical study of standardized Andrographis paniculata extract in common cold–a pilot trial. Melchior J. et al. Phytomedicine, 1997, 3:315-318.

Double-blind study of Andrographis paniculata Nees and tetracycline in acute diarrhoea and bacillary dysentery. Thanagkul B, Chaichantipyut C. Ramathibodi Medical Journal, 1985

Efficacy of Andrographis paniculata Nees for pharyngotonsillitis in adults. Thamlikitkui V et al. Journal of the Medical Association of Thailand, 1991, 74:437-442.

European pharmacopeia, 3rd ed. Strasbourg, Council of Europe, 1996.

Folk medicines in primary health care: common plants used for the treatment of fevers in India,Singh VK, Ali ZA, Fitoterapia, 1994, 65:68-74.

Handbook of Ayurvedic medicinal plants Kapoor LD. Boca Raton, FL, CRC Press, 1990.OMS – Monografie di piante medicinali, vol.2,2002 Organizzazione mondiale della sanità, trad. Italiana di Società Italiana di fitoterapia di SienaOriental materia medica, a concise guide. Hsu Hyntal,Long Beach, Oriental Healing Arts Institute, 1986.

Pharmacology and applications of Chinese materia medica. Vol.1. Chang HM, But PPH, eds. Singapore, World Scientific, 1986:918-928.

Prevention of common colds with Andrographis paniculata dried extract. Caceres DD et al. A pilot double-blind study. Phytomedicine, 1997, 4:101-104.Thai herbal pharmacopeia. Vol. 1. Bangkok, Prachachon Co., 1995.

Traditional antidotes of snake poison. Siddqui MB, Husain W. Fitoreapia, 1990, 61:41-44.

Mal di testa e Ayurveda

29 Set 20
admin
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Mal di testa e AyurvedaPer mal di testa si intende un disturbo di natura neuro-vascolare, che può colpire qualunque individuo indipendentemente da età e sesso. I principali sottotipi del mal di testa sono l’emicrania (localizzazione unilaterale e dolore pulsante per una durata di 4–72 ore), la cefalea di tipo intensivo (la più frequente, può essere semplicemente episodica oppure cronicizzarsi) e la cefalea a grappolo (la più rara e al tempo stesso ostica, si caratterizza per dolori violenti nella zona frontale e orbitale che si manifestano in orari tendenzialmente fissi).

Uno studio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dimostra come il 46% della popolazione su scala mondiale subisca almeno una volta nella propria vita un episodio di cefalea intensiva e il 10% di emicrania. Lo stesso studio evidenzia come i pazienti che soffrono di mal di testa tendono a non rivolgersi a un medico, e almeno il 50% di questi utilizza farmaci in autonomia nel tentativo di risolvere il problema.

In generale la sensibilità verso questo tipo di disagio può causare eccesso di insofferenza ai rumori e alla luce, oltre a fenomeni più evidenti, come una sensazione costante di nausea e di vomito. Solitamente sono i giovani a soffrire maggiormente di emicrania, mentre fra gli adulti le donne sono colpite di più rispetto agli uomini. Nel genere femminile il fenomeno tende ad aumentare durante il ciclo mestruale e a diminuire sensibilmente durante la gravidanza. In ogni caso, il mal di testa può essere considerato come un problema a sé stante, ma anche come sintomo del sopraggiungere di altre malattie.La cefalea di tipo intensivo può essere causata da infiammazioni e contrazioni dei muscoli delle spalle, del collo e della testa, conseguenti a un eccesso di sforzo o a una postura scorretta. L’emicrania, invece, è dovuta a un afflusso di sangue minore nei vasi sanguigni della testa a causa di un restringimento dei vasi stessi.L’emicrania, a differenza della cefalea, può dipendere da fattori genetici, che l’Ayurveda definisce come “karmici”, ma anche dal protrarsi di un uso eccessivo di medicinali o da uno squilibrio ormonale (per esempio la pillola anticoncezionale può accentuare tale fastidio), ma anche da problemi localizzabili nel tratto gastrointestinale e nel sistema respiratorio (così come “ipo” e “iper” glicemia possono causare disturbi a livello cefalico).

Altri fattori scatenanti dell’emicrania possono essere cambiamenti repentini nelle condizioni climatiche, il fatto di saltare i pasti in modo scriteriato, ma anche un cattivo assorbimento delle sostanze nutritive o l’esposizione a forti rumori, a odori, o un lungo tempo trascorso davanti a un monitor.

Da un punto di vista prettamente psicologico, invece, il mal di testa è la manifestazione di tutto il vissuto emotivo e mentale che la persona non ha elaborato. In questi casi si dice che il sintomo del mal di testa è psicosomatico, poiché quello che la mente o il cuore non riescono a smaltire tramite gli strumenti forniti dall’intelletto viene espresso attraverso precisi sintomi fisici.Il mal di testa Vata, Pita, KapaIn Ayurveda il mal di testa è conosciuto come Shirohshool ed è classificato in base ai Tridosha Vata, Pita e Kapa.

Quando colpisce nella parte posteriore del cranio, con una contrazione di collo e spalle, è di tipo Vata, ed è causato nella maggior parte dei casi da emozioni di paura e ansia.In questo caso il dolore ha una caratteristica “pulsante”, e si può manifestare anche con una rigidità della schiena e con segni di tossicità, per esempio la stipsi nel colon. Il dolore tipo Vata inizia o peggiora nella fase giornaliera di Vata, quindi nel pomeriggio tra le ore 14 e le 18; si consiglia di evitare il vento, in quanto a chi soffre di mal di testa causa rigidità e tensione.

Quando il mal di testa colpisce solo metà della testa e ha una natura pulsante con l’aggiunta di presenza di calore corporeo, siamo di fronte a un’emicrania generata da uno squilibrio di Pita, causato da emozioni di rabbia, gelosia e invidia. Il dolore parte dalle tempie, si diffonde fino alla parte centrale della testa ed è legato a uno squilibrio intestinale generato da fermentazione, indigestione, acidità e bruciore di stomaco.Il dolore di tipo Pita inizia o peggiora nella fase giornaliera di Pita, cioè tra le 10 e le 14. Questo squilibrio provoca disturbi quali aumento della pressione intraoculare, ipersensibilità, rossore; si consiglia di evitare l’esposizione al sole durante la manifestazione dei sintomi.

Se invece il dolore è localizzato non all’interno della scatola cranica, ma nella parte anteriore del capo (principalmente fronte e occhi, generando anche lacrimazione), il mal di testa è di tipo Kapa ed è determinato da emozioni come avidità, possessività, depressione, pigrizia, eccessivo attaccamento. Le cause di questo tipo di mal di testa possono derivare da sinusiti, raffreddori, influenze, allergie, indebolimento e affaticamento. Il dolore inizia e peggiora nella fase giornaliera del Kapa, cioè al mattino tra le 6 e le 10 e il pomeriggio tra le 18 e le 22; si consiglia di evitare la nebbia, il freddo o l’umidità a chi soffre di mal di testa da sinusite.

Tutti a tavola, ma…Essendo l’indigestione una delle principali cause scatenanti del mal di testa, è preferibile assumere cibi freschi e bilanciati, con qualità leggera ed energia calda. Meglio alimentarsi poco e regolarmente, al giusto orario e quando si avverte veramente il senso di fame. Evitate di consumare cibi avanzati da pasti precedenti, fermentati o cibi troppo acidi (come i pomodori, sempre meglio al mattino e non la sera), arachidi, cioccolato, pizza, o alimenti con condimenti pesanti, verdure industriali, birra, vino, preparati di soya (come il seitan) o prodotti dal gusto aspro o con forte presenza di caglio. Meglio evitare anche cibi raffinati, grassi, piccanti, yogurt, soprattutto di notte, oppure cibo troppo freddo.

Consigli Ayurvedici

L’Ayurveda non cerca di alleviare il dolore alla testa, ma si propone di trattare i motivi principali dello squilibrio. Vengono quindi consigliate preparazioni di erbe per bilanciare le energie del corpo in squilibrio e ripristinare i Dosha. Per esempio, durante un forte attacco di emicrania si può eseguire un clistere con 1½ litro di decotto di Triphala e, successivamente, ricevere un massaggio con Pinda o Vata Tailam su collo e spalle.

Per tutti i tipi di mal di testa possono considerarsi efficaci i seguenti trattamenti: Sirodhara (eseguito con Dhara Tailam): olio medicato caldo che cade a filo sulla testa; Sirovasthi, un impacco di Sirobhala Tailam da trattenere caldo sulla sommità della testa; Kayasekam, un bagno di olio Pinda caldo sul corpo con successivi massaggi; Siro virechan, purificazione dei sistemi nervosi e respiratori, che consiste nell’inalazione di una polvere attraverso le narici.

Per quanto riguarda nello specifico lo Yoga meglio evitare le asana invertite, preferendo quelle semplici e statiche, che allungano il corpo anteriormente e posteriormente da entrambi i lati generando una torsione. La pratica, inoltre, va eseguita con concentrazione immaginando i raggi del sole, si può anche recitare un mantra (Aom Purnamatam…, o declamare una preghiera sulla posizione di Padmasana, Siddhasana o Sukhasana (30 minuti 3 volte al giorno).

Particolarmente indicata inoltre la pratica di Pranayama Brahma Shuddhi e Nadi shuddhi, poiché le tecniche di respirazione sono apportatrici di flusso di Prana alla testa.

Amomum Xanthoide

29 Set 20
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Hindi: Kutki & Kuru
Inglese: Gentian
Altri nomi: Katuka, Kuru & Kadu

Pianta amara (il nome indica appunto una “radice amara”) originaria del Nord dell’India (cresce ad altitudini piuttosto elevate), dove è impiegata da sempre in affezioni respiratorie (asma, bronchiti), digestive, epatiche (è un componente fondamentale delle tisane ayurvediche per il fegato), cutanee (eczemi), anemie, artropatie, candidosi, ecc.
Se ne impiega soprattutto il rizoma essiccato.

Nel fitocomplesso troviamo:

  • glicosidi iridoidici (kutkina); in India è stato sperimentato con successo nelle epatopatie un estratto standardizzato al 60 % in glicosidi iridoidici (Picroliv);
  • glicosidi triterpenici amari;
  • glicosidi fenolici; tra questi vi è l’androsina, con azione anti-PAF ed antistaminica, evidenziata sia con alcuni studi su modelli animali e sull’uomo (ma ancora da approfondire).

Proprietà

Sperimentalmente ha mostrato soprattutto promettenti ed interessanti azioni:

  1. epatoprotettiva (secondo alcuni studiosi sarebbe più potente della silimarina), proteggendo il tessuto epatico dai danni da varie sostanze tossiche come D-galactosamine, aflatossine, paracetamolo, antibiotici, tetracloruro di carbonio, etanolo, alcaloidi pirrolizidinici, falloidina. Pochi studi, ma promettenti, indicherebbero una certa utilità della pianta anche nei riguardi dell’infezione da HBV; il meccanismo d’azione per l’epatoprotezione sarebbe correlato all’azione antiossidante (protezione delle riserve di glutatione), stimolante della rigenerazione epatica, antiinfiammatoria;
  2. coleretica ed anticolestatica, favorendo la riduzione ematica delle transaminasi epatiche e della bilirubina; l’azione è stata evidenziata in particolare verso la colestasi indotta da paracetamolo e etinilestradiolo.

Ad alte dosi può dare modesti disturbi gastrointestinali e/o cutanei